RITRATTO

«Le mie canzoni vengono fuori così, in modo istintivo. Spesso nascono in cinque minuti » e se ad affermarlo, senza mezzi termini, è Saverio Grandi, non c'è da stupirsi. Compositore, cantautore e produttore discografico, Grandi è annoverato fra gli autori più prolifici della scena musicale italiana, con oltre 250 canzoni pubblicate dall'87 ad oggi e grandi successi composti per artisti altrettanto noti: Eros Ramazzotti, Vasco Rossi, Gianni Morandi, Patty Pravo, Laura Pausini, Fiorella Mannoia, Raf, Stadio e molti altri. Portano la sua firma brani come “Un Senso” (nastro d'argento per la miglior canzone originale), “Benedetta passione” (uno dei singoli che è valso alla Pausini il primo Grammy Award) e “Un giorno mi dirai”, con cui gli Stadio si sono aggiudicati lo scettro della vittoria nell'ultima edizione del Festival di Sanremo. Eppure il musicista emiliano non è uno che ama prendersi troppo sul serio. Lo si capisce sin dalle prime battute della nostra intervista. I modi cordiali e il tono serafico delle risposte rendono ancora più schietta quella vena ironica che riesce a strapparti un sorriso quando meno te l'aspetti. Ma il suo sguardo è attento e sembra costantemente animato dalla curiosità di chi scruta gli altri in cerca di un appiglio per la fantasia, forse per immaginare nuove storie e nuove canzoni che prenderanno forma di lì a breve. Tra aneddoti ʻconvivialiʼ e riflessioni amare, Saverio Grandi ci ha parlato di musica e di creatività, senza risparmiarsi alcune critiche pungenti verso le degenerazioni dei Talent Show e della discografia italiana.

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